Il sistema sanitario giapponese ha la particolarità di essere un sistema misto tra privato e pubblico: con più del 90% dei cittadini iscritto al sistema, questo dispone di un’altissima quantità di dati fondamentali nella ricerca medica. Non a caso, il Giappone rappresenta il secondo mercato mondiale nel settore sanitario. Questo significa che le opportunità di innovazione e di business non mancano, ma anzi rappresentano un campo in cui si può lavorare ancora con un ampio margine.
Dal 2018 il governo ha messo mano al sistema pensionistico, con particolare riguardo alla questione dell’età. Il principio di riferimento e di ispirazione è quello di una società “senza età”, in cui i cittadini possono essere attivi nel lavoro senza avere un limite dell’età in cui dover andare in pensione. Si può, quindi, scegliere quando cominciare a ricevere il contributo pensionistico da 60 a 75 anni, e c’è l’intenzione di rivedere la legge ulteriormente durante quest’anno.
Attraverso l’aumento di iniziative e progetti, la “silver economy” rappresenta una vera e propria sfida per il Giappone. Infatti, senza il supporto e le azioni giuste, questa situazione può portare ad un rallentamento della crescita economica del paese, povertà e disparità tra le fasce d’età.
Le industrie tecnologiche hanno progettato nuovi dispositivi per questa fascia di popolazione. La Panasonic ha ideato un deambulatore che possa aiutare gli utenti a restare indipendenti e attivi per più tempo possibile. ALSOK ha creato un dispositivo per tenere traccia dei pazienti con demenza senile mentre sono fuori casa. Inoltre, sono sempre di più gli ospedali e le case di riposo che fanno uso di robot per aiutare gli addetti nella cura degli anziani. Il Giappone è il paese che più enfatizza l’uso della telemedicina (cioè l’assistenza ai pazienti a distanza), dalle app che monitorano le attività quotidiane degli anziani a quelle che registrano le temperature delle loro abitazioni.