Anche in Giappone i grandi assembramenti di persone sono sconsigliati e anche, a seconda delle province, espressamente vietati, e cio’ vale anche per le cerimonie religiose. Le chiese e le moschee del paese si stanno adattando alle nuove ordinanze, che, seppur non vincolanti come quelle italiane, sono comunque da prendere in forte considerazione.
L’arcidiocesi cattolica di Tokyo ha sospeso la messa della domenica per tutto il mese di marzo, decidendo di trasmettere le cerimonie in streaming. La decisione e’ stata presa dal momento che molti dei parrocchiani hanno gia’ un’eta’ avanzata e sono quindi piu’ vulnerabili al contagio del coronavirus. Inoltre, siccome anche molti turisti partecipano alle messe, la misura e’ stata presa perche’ altrimenti sarebbe stato difficile contenere il numero di persone.
Nella cerimonia di domenica scorsa il prete della chiesa del quartiere Bunkyo di Tokyo ha pregato per far cessare la diffusione del virus. Alla cerimonia, trasmessa in diretta sul sito internet di YouTube, hanno partecipato solo alcune suore.
Misure simili sono state prese anche dalla comunita’ musulmana. Infatti, nella moschea del quartiere di Shinagawa (Tokyo) tutte le preghiere del venerdi’ sono cancellate a data da destinarsi, mentre nella moschea di Toshima le preghiere sono
continuate ma a piccoli gruppi, in cui tutti i partecipanti hanno dovuto indossare mascherine.
(Jief/Dire)