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Focus Economia: il territorio economico di Fukuoka e le sue connessioni con l’estero

Per conoscere i progetti economici per il territorio e le relazioni con aziende straniere abbiamo incontrato Kazuita Mizota e Yuji Ide del reparto di INVESTMENT PROMOTION DIVISION della provincia di Fukuoka.

Quali sono gli obbiettivi strategici e le priorità per i prossimi anni?

IDE: Ci sono alcuni progetti che la provincia di Fukuoka sta incoraggiando in questo momento, i settori più forti che vogliamo far crescere sono quello automotive, del Bio e delle nuove tecnologie.

Fino ad adesso, nella provincia di Fukuoka ci sono sempre state fabbriche con la sede centrale in un’altra area; d’ ora in avanti vorremmo premere per far spostare alle aziende il reparto logistico e quello tecnologico dal resto del Giappone a Fukuoka.

Ci sono due tipi di settori in un’azienda: quelle che creano e sviluppano tecnologie avanzate e il settore tecnologico che migliora insieme alla fabbrica, i due vanno quindi di pari passo.

La provincia di Fukuoka sta sviluppando in questo momento il secondo tipo. Toyota e Daihatsu negli ultimi anni hanno costruito i propri centri di ricerca e sviluppo accanto alla fabbrica e questo e’ un’ esempio di come tale progetto possa funzionare.

Se aziende di questo calibro hanno compiuto questo grande passo, automaticamente anche altre aziende, magari più piccole, faranno verosimilmente scelte analoghe.

Il territorio di Fukuoka ha tantissime prospettive di crescita, che tipo di investimenti proponete e che cosa e’ cambiato rispetto al passato?

IDE: Seguendo l’esempio di Toyota stiamo aiutando tante aziende a creare la loro sede centrale a Fukuoka.

Tutto questo viene fatto dando degli incentivi per aumentare il numero di compagnie pronte a investire nell’area.

Quali sono i punti di forza della provincia di Fukuoka e perché un azienda italiana dovrebbe venire a investire qui?

IDE: Investire in Giappone, specialmente a Tokyo, è più costoso rispetto alla provincia di Fukuoka: la nostra zona è più conveniente poiché il mercato e’ come una specie di microorganismo.

Infatti, dal momento che sono presenti tutti i tipi di settori economici con i rispettivi consumatori, e’ il luogo perfetto per inserirsi con un nuovo prodotto sul mercato.

MIZOTA: avere la sede a Fukuoka costa il 30-40% in meno rispetto che averla a Tokyo.

Per esempio, per il mantenimento della struttura dell’ azienda e del personale, che il più delle volte e’ straniero, le spese sono molto più basse e quindi e’ un peso minore che grava sulle spalle della compagnia.

Alcune aziende italiane stanno iniziando ad avere rapporti lavorativi con compagnie nel territorio della provincia di Fukuoka, soprattutto nel settore dell’ agroalimentare e IT.

Qual’è il vostro punto di vista e che cosa proponete di fare per incentivare la crescita di questi settori?

MIZOTA: La Provincia può essere di aiuto per le compagnie straniere dal momento che all’ inizio e’ molto difficile avere la credibilità, o semplicemente i contatti con aziende locali che sono utili per creare future partnership.

Mettersi in contatto con le banche può risultare la sfida più ardua perché molto spesso le stesse preferiscono incentivare aziende locali rispetto a quelle straniere.

La provincia segue il progetto dall’ inizio alla fine, ed e’ di supporto alla compagnia per qualsiasi problema sia dal punto di vista legale che burocratico come l’ ottenimento dei visti.

Il comune di Fukuoka in particolare sta spingendo molto nel settore IT, coprendo anche gran parte del nostro territorio.

Ci sono tante aziende che scambiano informazioni tra di loro e questo incentiva la creazione di start-up con fondatori giovani che rendono questo settore molto dinamico.

IDE: Noi non ci focalizziamo su un settore in particolare.

Unendo diversi settori vogliamo dare il via alla creazione di una nuova e forte identità.

Vogliamo incrementare questo tipo di attività di collaborazione tra campi di competenza differenti, così da creare del valore aggiunto attraverso nuove tecnologie ed interconnessioni.

Per esempio: in una fabbrica alimentare il settore ricerca e sviluppo può essere unito a quello della produzione, grazie al rapido scambio ed applicazione di informazioni e know-how consentito dalla tecnologia moderna.

Quali progetti volete realizzare per aumentare gli investimenti nel settore agroalimentare?

IDE: Fino ad adesso come istituzione non abbiamo mai cercato di aiutare un settore rispetto ad un altro, allora abbiamo creato questo progetto dove aiutiamo le aziende che vogliono crescere in certi tipi di settori.

La provincia supporta nel migliorare il know-how e la tecnologia, strumenti primari necessari ad una crescita più rapida, qualsiasi sia il settore coinvolto.

MIZOTA: Data la grande domanda e i grandi profitti che derivano dal settore agroalimentare il nostro obbiettivo è dunque quello di aumentarne il numero di fabbriche.

Questa strategia e’ motivata dal fatto che il nostro territorio ha il più alto tasso di domanda di tutto il Giappone.

Quali differenze culturali avete notato nel diverso approccio al business?

IDE: La prima cosa che abbiamo notato e’ che le aziende straniere dicono che senza provare non sapranno mai come andrà, e quindi, non valutando troppo approfonditamente i rischi, vengono qua e fanno una prova.

Le aziende giapponesi invece prima di tentare un nuovo approccio fanno numerosi studi e valutazioni, e solo una volta finito tutto iniziano con una prova.

Per noi giapponesi creare rapporti lavorativi stabili e’ un processo che richiede molto tempo e una volta costruito e’ duraturo mentre con le aziende straniere e’ tutto relativo: una volta raggiunti i loro obiettivi, generalmente di breve medio termine, lasciano la zona.

Questo differente approccio varia a seconda delle diverse culture, che stiamo cercando di comprendere per poterci gradualmente abituare.

MIZOTA: le aziende giapponesi solitamente quando si rivolgono a noi hanno già fatto un piano operativo ben dettagliato e chiedono spiegazioni solo su alcuni punti su cui hanno riscontrato delle difficoltà.

Invece quelle straniere vengono da noi dicendo “vorremmo realizzare questo progetto, potete aiutarci?” tutto quì, il problema e’ che non avendo domande dettagliate non e’ sempre facile creare un business plan dettagliato e che sia utile per loro.

Ma se un azienda Giapponese vuole investire in Italia passa attraverso la provincia per un qualsiasi tipo di aiuto oppure no?

MIZOTA: Dipende dal settore in cui opera l’ azienda e dai vari dipartimenti della regione.

Noi, per esempio, lavoriamo in un reparto che aiuta aziende straniere o giapponesi ad investire nel territorio.

Ovviamente ci sono altri reparti che sostengono, sopratutto piccole imprese, nell’ affrontare mercati internazionali.

IDE: il nostro reparto aiuta PMI a migliorare la loro area di mercato ed anche la struttura interna della stessa compagnia, questo e’ uno dei motivi per cui gli incentivi sono stati creati.

Di solito le grandi aziende hanno già i loro canali di distribuzione e contatti, non hanno dunque bisogno di ulteriori incentivi.


Una curiosità personale: che immagine avete dell’ Italia e delle aziende italiane? Perché in Italia c’è sempre l’idea che la nostra economia non sia forte e compatta come quella di altri paesi.

MIZOTA: Fukuoka ha cominciato ad essere molto internazionale ed essendoci tante aziende o impiegati stranieri in giro le persone stanno iniziando a capire ora che gli stranieri hanno un altro ritmo e un altro modo di lavorare.

Al tempo stesso ci sono anche tante persone che non accettano questo cambiamento.

Io sono dell’ idea che bisogna capire il prossimo e adattarsi di conseguenza.

Per arrivare ad una crescita personale, migliorandosi grazie ad un bagaglio di esperienze diverse, e’ fondamentale viaggiare confrontandosi con culture differenti.

Lucrezia Campinoti

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