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Crescono le tensioni tra Giappone e Cina dopo la pubblicazione del “Libro bianco”.

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Il governo giapponese guidato da Shinzo Abe ha approvato e pubblicato il 2 Agosto il nuovo “Libro Bianco” della Difesa, manifestando la crescente preoccupazione riguardo la sicurezza nella regione Asia-Pacifico.

All’interno del documento viene infatti criticato esplicitamente il comportamento adottato dalla Cina, colpevole di aver avviato un’estesa e intensificata serie di attività sia via aerea che via marittima che, secondo il governo giapponese, sono entrate in evidente contrasto con quelli che sono i principi del rule of law.

I continui avanzamenti, ormai diventati una routine, delle imbarcazioni cinesi nell’Oceano Pacifico hanno spinto il Giappone a ritenere che la Cina stia cercando di migliorare le sue capacità di schieramento nell’Oceano aperto.

Ciò sarebbe da ricollegare al fatto che uno degli obiettivi legati alle sue attività marittime sia quello di indebolire il controllo degli altri Paesi sulle isole su cui la Cina reclama la sovranità territoriale.

Il white paper giapponese lamenta inoltre una carenza di trasparenza relativa non solamente agli affari militari da essi portati avanti, ma anche al budget per la Difesa, che sta continuando ad aumentare con una rapida andatura ma che non viene, nei documenti ufficiali, giustificato in maniera dettagliata come sarebbe invece necessario.

Il governo giapponese esorta dunque a prestare attenzione ai movimenti della Cina, inclusi i tentativi di coercizione per cambiare lo status quo regionale, atti che potrebbero portare a delle conseguenze impreviste e spiacevoli.

“Ciò che noi intendiamo è che la questione relativa alla sicurezza che circonda la nostra Nazione e che assicura il bilanciamento dei poteri o i cambiamenti nelle attività militari e di controllo sta diventando molto più critica se comparata al passato” ha dichiarato il Ministro della Difesa giapponese Gen Nakatani.

“La Cina è in procinto di soddisfare le sue ambizioni unilaterali senza compromessi e siamo profondamente preoccupati riguardo le sue direzioni future”.

Il portavoce del Ministero degli Esteri cinesi, Hua Chunying, ha espresso in maniera netta il loro disaccordo e sconcerto riguardo la pubblicazione del documento evidenziando che “il Giappone non ha il diritto di denunciare le azioni legittime della Cina vicine alle isole Diayou” e che inoltre “è fermamente determinata a salvaguardare la sua sovranità territoriale e i suoi diritti e interessi marittimi”, negando anche le attività denunciate dal Libro Bianco come non conformi alle normative, spiegando invece che “le attività delle forze aeree e marittime cinesi sono in linea con la legislazione internazionale e domestica”.

Anche il portavoce del Ministero della Difesa cinese, Wu Qian, ha dichiarato che “Il Libro Bianco rilasciato il 2 Agosto, pieno di espressioni banalizzate, distorce quello che è il ragionevole e giustificato lavoro della difesa, inasprendo le questioni legate al Mar Cinese Meridionale e Orientale”.

“L’intera comunità internazionale” – osserva Daniele Di Santo, fondatore del Nishinippon Business Forum, tra i piu’ autorevoli esperti italiani degli scenari della regione estremo-orientale – “dovrebbe mantenere costantemente un occhio vigile su ciò che accade nella zona Asia-Pacifico, una regione che viene spesso percepita come lontana e, di riflesso, staccata dalle questioni riguardanti gli Stati occidentali.
Le dichiarazioni pervenute negli ultimi giorni da entrambe le parti (Cina e Giappone, nda) e soprattutto i recenti posizionamenti delle forze in campo dovrebbero spingere i Paesi occidentali ad interessarsi in quanto le ormai molteplici possibili cause di potenziali conflitti tra le potenze economiche e militari coinvolte sono in grado di minare, purtroppo, non solamente la stabilità geopolitica della zona asiatica circostante ma, profondamente, anche quella mondiale”
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Francesca Agelli

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