COME TROVARE LAVORO IN GIAPPONE – LAVORARE IN GIAPPONE PARTE 1

Vi presentiamo il primo dei tre contributi dedicati al mondo del lavoro in Giappone: “come trovare lavoro”, “tipi di contratti” e “opportunità di lavoro per gli studenti stranieri”, che verranno pubblicati ogni venerdi su FocusGiappone.

 

(FOTO) http://www.fujisankei.com/
(FOTO) http://www.fujisankei.com/

Differentemente da ciò che avviene in Italia, in cui il tasso di disoccupazione per i neo – laureati ha raggiunto percentuali piu’ che allarmanti, in Giappone è pratica comune da parte delle aziende mettersi in contatto con le università, organizzando veri e propri eventi/forum rivolti agli studenti che nel giro di qualche anno si laureeranno. In tali occasioni, gli scolari hanno la possibilità di approcciarsi al mondo del lavoro, entrando in contatto con le aziende presenti in questi forum; tale processo ha lo scopo di assicurare un posto di lavoro post – laurea ai giovani, evitando le schiere di disoccupati, molto care a noi italiani. La ricerca del lavoro tramite questa pratica, che dura per più anni, viene chiamata “Shukatsu”(就活), abbreviativo del temine completo “Shushoku Katsudo”(就職活動), che in inglese può essere paragonato al termine “Job hunting”.

 

Fondamentalmente, lo “Shukatsu” (就活) inizia al terzo anno di università e termina prima dell’estate del quarto anno, ma, in alcuni casi, la pratica può durare anche più a lungo. Il processo è lungo, richiede molto tempo, costanza e spirito di adattamento, poiché, in ogni fase, lo studente è sottoposto a pressioni sempre maggiori.

 

Ad aprile del terzo anno, quando gli studenti iniziano i corsi, comincia anche la ricerca preliminare di una possibile carriera futura, basata sui loro principali interessi, capacità e punti di forza. Tramite quindi una “self analysis”, lo studente cerca di comprendere cosa più lo aggrada, ed una volta fatto ciò, comincia l’approccio con il “Career Centre” della rispettiva università, che fornisce indicazioni riguardo ad eventuali seminari, tirocini, eventi ed attività dentro e fuori al campus universitario. Naturalmente, questo genere di attività sono organizzate dalle aziende del territorio con l’intenzione di attirare l’interesse e la curiosità degli studenti, così come per incoraggiarli a imparare, studiare e sviluppare le loro conoscenze delle aziende.

 

Terminata la prima fase, a dicembre del terzo anno, gli studenti dovrebbero aver redatto una lista contenente una serie di aziende nelle quali vorrebbero lavorare e la posizione che desiderano occupare. In tale periodo vengono svolti inoltre seminari per coloro che hanno ancora le idee poco chiare.

 

Tuttavia, come è comune in Giappone, nonostante gli studenti desiderino particolari posizioni nelle imprese, essi non vengono mai assunti per svolgere particolari mansioni, poiché una volta introdotti in azienda, dovranno trovare autonomamente il loro giusto collocamento, preferibilmente ma non necessariamente, in linea con i loro individuali punti di forza.

 

Tra dicembre e marzo poi, una volta che lo studente ha determinato una serie di aziende nelle quali vorrebbe lavorare, redige la famosa “Entry Sheet”, cioè una sorta di lettera motivazionale, nella quale scrive esattamente ciò che lo ha spinto a scegliere quella impresa piuttosto che un’altra, e perché desidererebbe lavorare per essa. Naturalmente, prima di passare ad uno step successivo, le aziende, una volta visionate le varie cover letter e comprese le motivazioni degli studenti, attuano una scrematura dei candidati. Infatti, tutte le cover letter forniscono un quadro generale di come lo studente intende inserirsi nell’azienda e come adattare le conoscenze scolastiche apprese alle necessità dell’azienda. In questa fase, la determinazione delle volontà personali e le cause che hanno portato alla scelta sono fondamentali ai fini della selezione, e quindi dell’assunzione.

 

Passata questa fase di screening, i candidati più meritevoli passano alla fase successiva del processo: vengono invitati dalle aziende a svolgere dei test e delle interviste, quest’ultime solitamente sviluppate direttamente dal CEO dell’azienda.

Solo dopo questa tappa, i candidati che hanno superato i test e le interviste positivamente, ricevono un’ offerta informale da parte della azienda, chiamata “Nai – naitei”(内々定).

Ad essa seguirà la “Naitei”(内定), cioè la lettera formale, che giungerà allo studente nell’ottobre del quarto anno.

 

Essenzialmente il calendario dello Shukatsu rappresenta ormai da vari anni una parte integrante del processo di assunzione del personale, poiché gli studenti che vengono assunti nelle imprese, rispettano il timeframe dedicato alla ricerca del lavoro e cercano di integrarsi a poco a poco nelle aziende. Una volta assunti, vengono plasmati dei nuovi manager di cui le aziende hanno bisogno. L’intero processo, che vede coinvolti studenti, istituzioni e imprese, determina una notevole e positiva media di assunzioni post – laurea e una tasso giovanile di disoccupazione molto basso (tra i più bassi al mondo).

 

2015082100La cultura dello “Shinsotsu”(新卒), letteralmente “Neo – laureato”, ha sviluppato durante gli anni un’importanza fondamentale per la maggior parte delle aziende giapponesi, poiché, molto spesso, preferiscono istruire personalmente uno studente neo – laureato che è ancora in fase di apprendimento, piuttosto che assumere un dipendente già di una certa età e con un metodo di lavoro difficile da cambiare. Le compagnie di conseguenza, alla fase dell’assunzione affiancano una fase di formazione e di sviluppo che assume forme alquanto sistematiche, ma che portano alla creazione dei futuri talenti di cui necessitano. Inoltre, poiché le scuole giapponesi iniziano ad aprile e terminano a marzo, il ciclo di ricerca di nuove personalità e quello delle assunzioni avviene simultaneamente e costantemente durante l’anno. La pratica di questo metodo assuntivo è ancora largamente utilizzata nel territorio giapponese, alimentata dalla creazione di importanti relazioni e rapporti tra compagnie, università e i futuri manager, che le stesse aziende vogliono assumere e istruire. Le imprese inoltre offrono ai giovani giapponesi impieghi a lungo termine, enfatizzando la cultura del fare gruppo. Le università, solitamente viste solo come un punto di arrivo di una carriera scolastica iniziata molti anni prima, assumono un ruolo nuovo, innovativo e paragonabile ad un punto di partenza della carriera lavorativa.

 

Lo “Shinsotsu”(新卒) generalmente, non possiede delle abilità/capacità lavorative particolari, poiché muove i primi passi nel mondo del lavoro; tuttavia, il clima di fiducia infonde nei neo – laureati il desiderio di crescere per poter diventare utili all’azienda, così come lo sono gli altri dipendenti, assunti molto tempo prima. Comunemente, la pratica dell’integrazione dura qualche mese, durante i quali loShinsotsu(新卒) diventa “Shakaijin”(社会人), ovvero impiegato.

 

L’apprendimento e lo sviluppo personale costituiscono la chiave della trasformazione. Apparentemente, l’intera pratica descritta potrebbe risultare conservativa, gia` solamente limitandosi a considerare i comportamenti uniformi e i completi neri particolarmente seri indossati chiamato “recruit suits”(リクルートスーツ): tuttavia si tratta di un’ impressione, perché questo modello di “dress code” simboleggia in realta` la cultura, l’uniformità, la lealtà e il rispetto verso la tradizione giapponese.

 

Lo “uniform clothing style” è semplicemente un aspetto dello “Shinsotsu recruitment”(新卒リクルート) adottato dalle varie aziende.

 

Fondamentale però è comprendere che una volta introdotti nella compagnia, ai giovani viene data la possibilità di crescere continuando a fare esperienza nel business e stando a contatto con la vita interaziendale fino al pensionamento. Il “long – term employment” è stata una caratterista della cultura economica giapponese, sin dalla fine seconda guerra mondiale, periodo durante il quale è avvenuta la trasformazione economica del Paese del Sol Levante e, sebbene siano stati introdotti negli anni notevoli cambiamenti, resta tuttora il sistema piu’ diffuso di impiego.

(Ileania A. e Mattia C.)