Quando Chacha(チャアチャ), un gatto della città di Tamana(玉名市), nella prefettura di Kumamoto, si è presentato dal nulla alla porta di casa sua, la signora Namie non ha impiegato molto ad affezionarcisi.
Da quel giorno di circa due anni e mezzo fa è tornato a farle visita quotidianamente e i due sono diventati amici.
Fino a qui nulla di strano, visto che una situazione del genere sarà capitata a tanti altri amanti dei gatti.
Tuttavia, bisogna aggiungere che Namie ha già superato da un po’ i 100 anni e, man mano che il rapporto con Chacha si è fatto più stretto, le è venuta in mente un’idea originale: legare al collo del gatto un bigliettino contenente un messaggio.
“Non so se questo gatto è randagio o appartiene a qualcuno, sarei contenta se me lo faceste sapere così saprei cosa fare”.
In realtà Chacha, 9 anni, è di proprietà di una coppia che abita nel vicinato la quale, trovando il messaggio, si è subito domandata chi lo avesse scritto, visto la calligrafia molto curata e un po’ di altri tempi.
Lo scambio di missive non si è interrotto neanche dopo aver scoperto l’identità dei vari personaggi coinvolti nella vicenda e in due anni e mezzo Chacha ha consegnato oltre 800 messaggi.
Le varie famiglie che lo incontrano per strada durante le sue ricognizioni giornaliere lo salutano e lo chiamano “il gatto messaggero” o “il gatto infermiere”.
“Per noi che non abbiamo figli Chacha è molto importante e siamo molto orgogliosi di sapere che durante il giorno si comporta bene e stringe legami con gli altri abitanti del quartiere”, ha riferito la padrona all’Asahi Shinbun.
Chiara Bronzini