“Ci sono buone probabilità che le sperimentazioni cliniche su Avigan continueranno a luglio. Stiamo facendo il possibile per completare gli studi il prima possibile”, ha dichiarato il colosso farmaceutico Fujifilm, in risposta a notizie apparse sui media nazionali negli ultimi giorni.
Un esito sulla sperimentazione del farmaco antivirale come possibile trattamento per il COVID-19, sollecitato dal primo ministro Shinzo Abe entro maggio, poi slittato a giugno, rischia dunque di trascinarsi almeno a luglio, segnando una nuova battuta d’arresto nella lotta al virus.
I ricercatori al momento sono stati in grado di disporre solo del 70% circa dei pazienti necessari per condurre gli studi per cui, per il lavoro mancante e i circa 28 giorni necessari alla valutazione dei risultati, si prevede un esito ufficiale non prima di luglio.
Nel mondo resta aperta la corsa alle cure da parte di vari paesi per debellare un virus che infettato quasi 7 milioni di persone in tutto il mondo e uccise quasi 400.000.
La maggior parte degli studi al momento si concentrano sul remdesivir, antivirale della Gilead Sciences Inc. e sul farmaco anti-malaria idrossiclorochina, pubblicizzato dal presidente USA Donald Trump.
Il governo di Abe, da parte sua, ha sostenuto il candidato giapponese Avigan, noto anche come Favipiravir.
Tutti gli studi al momento sono rallentati paradossalmente dal successo delle misure di contenimento delle infezioni che hanno ridotto drasticamente il numero di pazienti su cui effettuare test clinici.
(R.D.)