VISA, immigrazione e accesso al Giappone: incontro con l’esperto Yasyuki Kitahara

Negli ultimi anni il mondo ha assistito al processo di crescita e sviluppo a livello globale della città di Fukuoka e, più in generale, del Giappone. Le imprese nipponiche stanno infatti cercando, in maniera sempre più insistente, di internazionalizzarsi su scala mondiale.

Questo processo di espansione a livello globale porta ovviamente all’ingresso nel Paese di individui provenienti da ogni parte del mondo, che scelgono di recarsi in Giappone per fare affari, per imparare la lingua o per motivi personali, come restare vicini ai propri cari.

In questo contesto, dunque, assume una grande rilevanza il ruolo svolto dagli avvocati specializzati in materia di immigrazione, poichè la richiesta di visti diversi dalla tipologia turistica, non è così agevole.

Un avvocato specializzato in Giappone in procedure legate all’immigrazione può infatti produrre, grazie alla sua abilitazione, più di mille tipi di documenti legali differenti, da consegnare successivamente alle istituzioni, autorità o privati.

L’avvocato Yasuyuki Kitahara, specializzato in procedure legate all’immigrazione, ha cercato di fornirci un quadro chiaro di quelli che sono i problemi legati alla richiesta di un visto in Giappone, e quali siano le strade percorribili per ottenerlo.

L’esperienza dell’avvocato Kitahara è legata in maniera particolare ai permessi di soggiorno, sua scelta del tempo, motivata dal fatto che gli avvocati qualificati in ciò erano meno di dieci, e che la sua intuizione circa il futuro sviluppo di Fukuoka era particolarmente ottimistica.

Questa scelta si è rivelata particolarmente azzeccata, in quanto più del 70% dei documenti che produce riguardano l’immigrazione, con una differenza sostanziale rispetto al passato, in quanto attualmente moltissime richieste provengono dall’Occidente, mentre all’inizio della sua carriera erano quasi totalmente asiatiche.

La difficoltà maggiore che si riscontra quando è necessario fare questo tipo di richieste è quella legata alle differenti certificazioni e documentazioni utilizzate all’interno dei diversi Paesi.

Non essendo infatti tutte standardizzate, e sopratutto redatte in differenti lingue, risulta spesso arduo trovare un riscontro perfetto tra documenti della stessa tipologia. Compito di questi professionisti è dunque quello di trovare i punti d’incontro tra i vari documenti e riuscire ad interpretare e risolvere il contenuto in modo che appaia conforme alle richieste del governo giapponese.

Si tratta, dunque, di riuscire a rendere il più chiaro possibile, agli occhi del governo nipponico, il background personale dell’individuo richiedente il permesso di soggiorno.

I problemi maggiori si riscontrano, infatti, quando non vi sono tutti i documenti necessari per procedere con la richiesta o quando questi siano incompleti.

Non è raro inoltre il caso in cui determinati documenti vengano falsificati dagli stessi soggetti richiedenti il visto, magari a causa delle procedure troppo lunghe nel Paese d’origine per richiedere i certificati originali, o proprio per la mancanza di documenti simili nel loro Paese.

Questa chiaramente è una pessima idea, in quanto i controlli in Giappone vengono eseguiti scrupolosamente, e la conseguenza di ciò è solamente creare ulteriori problemi non solamente al singolo, ma anche agli altri connazionali richiedenti un permesso, in quanto cercare di aggirare la legge in questo modo non fa altro che aumentare la severità nei controlli e allungare in alcuni casi le tempistiche.

Per quanto riguarda le varie tipologie di visto, quella un pò più complicata da ottenere, rispetto ad esempio al permesso di soggiorno per motivi studio, riguarda il visto lavorativo.

Le regole per poter richiedere questo tipo di permesso sono particolarmente rigide. Per i lavori pratici, sono necessari minimo 10 anni di esperienza, mentre per i lavori legati all‘insegnamento o per svolgere servizi internazionali è necessario essere in possesso di una laurea.

Se, inoltre, non si è già preso nessun accordo lavorativo, ma si vuole venire in Giappone a cercare direttamente uno sbocco occupazionale, le tempistiche sono abbastanza ristrette.

Agli studenti stranieri che si laureano in Giappone il governo concede un visto della durata di 6 mesi, rinnovabile per massimo altri 6, per agevolarli nella ricerca di una posizione lavorativa, mentre per gli altri stranieri l’unica possibilità è quella di sfruttare il visto turistico della durata di 90 giorni.

E’ molto importante dunque riuscire ad organizzare il tempo e la ricerca di un lavoro al meglio, in modo da evitare di non avere, una volta trovata una possibile occupazione, il tempo sufficiente per compilare e procedere con l’effettiva richiesta di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro.

Per quanto riguarda invece la decisione di venire in Giappone, specialmente a Fukuoka, per fini imprenditoriali, bisogna ricordarsi che la metropoli del Kyushu è stata designata dal governo come National Strategic Special Zone, e dunque gode di un regime particolare per quanto riguarda i requisiti per avviare un’attività.

Per procedere ad avviare un’impresa in Giappone i requisiti minimi sono un versamento non inferiore ai 5 milioni di yen come capitale iniziale e l’assunzione di due impiegati giapponesi o di due impiegati stranieri ma con un permesso di soggiorno giapponese permanente.

Grazie all’appartenenza a questa National Strategic Special Zone, chi vuole invece avviare un’impresa a Fukuoka ha, con la cosiddetta “start-up visa”, la possibilità di iniziare senza dover sottostare a questi due requisiti, cercando dunque, anche se in pochissimo tempo, di crescere e svilupparsi, e presentare dopo 6 mesi dall’avvio i requisiti richiesti.

Si tratta di una dilazione temporale concessa dal governo, che, seppur particolarmente breve, potrebbe in alcuni casi rivelarsi un ottima possibilità, o si potrebbe in un altro modo vedere come la volontà di iniziare ad aprirsi maggiormente verso l’esterno e favorire lo sviluppo, anche se si tratta di misure non ancora sufficienti.

Il Comune sta invece cercando di incoraggiare l’ingresso e il potenziamento economico della città, organizzando dei seminari gratuiti su tematiche relative alla costituzione ed evoluzione delle aziende quì presenti, la cui partecipazione esenta gli iscritti dal pagare determinate marche da bollo necessarie per l’azienda.

In previsione dell’impegno a firmare l’accordo di libero scambio tra il Giappone e l’Unione Europea, ci spiega l’Avvocato, è necessario che le aziende giapponesi inizino ad internazionalizzarsi maggiormente, in modo da poter sfruttare appieno le possibilità derivanti da questo accordo.

Fukuoka deve dunque approfittare del fatto che vi siano tantissimi studenti stranieri, iniziando dunque ad assumerli in modo da ottenere un maggiore coinvolgimento e poter prepararsi al meglio a questo avvento.

Francesca Agelli