Il sistema scolastico in Giappone

Il sistema scolastico giapponese e` stato riformato dopo la Seconda Guerra mondiale, rendendolo vicino al sistema americano, almeno dal punto di vista della distribuzione degli anni scolastici: 6 anni di scuola elementare, 3 anni di scuola media, 3 anni di scuola superiore e, infine, 4 di università. L’obbligo scolastico, gimukyoiku, è di 9 anni (scuole elementari e medie) ma il livello di iscrizione ai gradi di studio non obbligatori è molto elevato e vicino alla totalità degli studenti: nelle città è prossimo al 100% e nelle campagne si aggira attorno al 96%.

Il sistema scolastico è espressione della cultura e del modo di vivere di un popolo, e quello del Giappone non fa eccezione: molto ben organizzato e funzionale, tanto che la popolazione è una delle meglio istruite al mondo, con livelli di analfabetismo pressoche` inesistenti.

 

L’anno scolastico, diversamente da quello italiano, inizia ad aprile e si conclude a marzo: aprile è, infatti, il mese della famosa fioritura dei ciliegi, momento giusto per cominciare qualcosa di nuovo (anche l’anno fiscale ha questo inizio).

Per quanto riguarda le ore giornaliere trascorse presso l’istituto scolastico, gli studenti giapponesi osservano le 6 ore giornaliere (tra i più lunghi al mondo).

Le settimane di vacanza a disposizione si distribuiscono in questo modo: 6 durante l’estate, 2 invernali e 2 primaverili, mentre i giorni scolastici sono circa 240.

 

Il ruolo della scuola non solo è fondamentale nell’educazione dei ragazzi ma domina la vita stessa degli studenti.

Infatti, concluso l’orario scolastico, molto spesso gli studenti si fermano a scuola fino alla sera per fare sport o altre attività, per poi dedicarsi ai compiti una volta tornati a casa.

 

Durante gli anni della scuola dell’obbligo i giapponesi prediligono di gran lunga le scuole pubbliche, mentre per i livelli più elevati di istruzione molti studenti sono iscritti presso università private.

Durante il periodo delle scuole elementari e medie, però, quasi tutti gli studenti frequentano lezioni private integrative; le famiglie giapponesi investono molto nell’educazione dei propri figli, e questo spesso sottopone gli studenti a pressioni elevate.

A differenza del sistema italiano ed europeo, alle scuole elementari e medie non esiste la bocciatura, ma è necessario sostenere un esame per accedere alle scuole superiori che crea molta competizione tra gli studenti.

Ciò che caratterizza il sistema universitario è la difficoltà dell’esame di accesso, una parte comune per tutte le università e l’altra parte variabile a seconda della facoltà.

La competizione e il livello di pressioni che gli studenti subiscono per entrare nelle scuole superiori e soprattutto, nelle università migliori è molto forte, e per questo il sistema spesso è stato criticato sia in Giappone che all’estero.

Esiste un detto che dice: “Yontou-goraku” (quattro ore di sonno passi, cinque no), che fa ben comprendere lo stress che il test provoca negli studenti; di contro, una volta superato l’esame d’accesso non è particolarmente difficile concludere gli studi e laurearsi.

Questo sistema fa si che l’esame di accesso alle università che si effettua a 18 anni (non c’è l’esame di maturità) determina fortemente il resto della vita di un ragazzo, ancor più perché in Giappone, non appena laureati, gli studenti trovano immediatamente lavoro.

Dall’altra parte questo sistema aiuta gli studenti a sviluppare la loro diligenza, l’attitudine al lavoro e la disciplina.

LINK http://www.nier.go.jp/

(Silvia Z.)