Giovanni Allevi e il Giappone: incontro con il maestro nel corso del suo ultimo tour in Giappone

Resoconto dell’incontro avvenuto a Fukuoka lo scorso 29 giugno tra il maestro Giovanni Allevi e il presidente della Japan Italy Economic Federation Daniele Di Santo.

 

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Credits: Alberto Bevilacqua

Nel corso del suo ultimo straordinario tour giapponese, appena pochi minuti prima dell’esibizione nella gremita Simphony Hall di Fukuoka, il maestro Allevi incontra il presidente della Japan Italy Economic Federation Daniele Di Santo per uno scambio di esperienze e opinioni su Italia e Giappone.

L’autentica passione per il Giappone; l’amore per la filosofia come strumento in grado di esprimere con concetti cio` che la musica suscita con le emozioni e molti altri aspetti forse meno noti dello straordinario compositore emergono in questo breve scorcio di tempo, in cui si sono susseguiti momenti di forte emozione.

Gia` dopo i primi minuti, alla domanda su dove nasca il legame e l’attrazione per il Giappone, scopriamo come la prima composizione in assoluto realizzata dal Maestro, allora appena diciasettenne, si intitolasse “Japan” (eseguita all’interno del repertorio delle esibizioni in Giappone), quasi a tessere un legame simbolico tra il giovane musicista e la passione per una terra che riscoprira` solo dopo molti anni, davanti al vulcano Sakurajima, nella punta piu’ meridionale del Giappone, davanti al quale “ho provato un senso di profondo legame, come se avessi gia` visto e vissuto quel posto in un lontano passato”, come ha dichiarato il Maestro.

Questo legame con il Giappone si mostra da subito e allo stesso tempo come un legame con i giapponesi, un popolo verso il quale il Maestro prova particolare ammirazione e a cui si sente particolarmente vicino sotto molti aspetti.

“La discrezione e la delicatezza che caratterizza i giapponesi li rende solo apparentemente enigmatici: in realta`, cio` che puo` sembrare una assenza di emozioni altro non e` che un velo dietro il quale si celano profondi sentimenti e intense passioni. Cio` che piu’ mi affascina e` la sfida a riconoscere tali emozioni dietro a un semplice sguardo, ed e` anche la differenza piu’ evidente tra il pubblico giapponese e quello italiano nel manifestare le proprie reazioni alle emozioni che la musica suscita”.

“Il desiderio di decifrare questa apparente distanza” – prosegue il compositore – “nasce dalla mia passione per la scuola filosofica di Kyoto, che ha saputo sintetizzare pensiero occidentale e orientale, superare la distinzione tra soggetto e oggetto definendone l’identita`, che anche io sperimento continuamente nella mia musica col desiderio di specchiarmi nell’altro”.

Altro tema caro al maestro Allevi e` il forte attaccamento dei giapponesi al valore del bene comune: “Piu’ che societa` di massa, come da molti considerata” – dichiara Allevi – “la societa` giapponese e` in realta` semplicemente dedita al benessere comune, al continuo miglioramento e al rispetto per le condizioni di vita di tutti, come dimostrato dal comportamento tenuto nel corso del recente terremoto di Kumamoto, al quale sono stato testimone diretto”.

“Una delle conseguenze di questo tipo di atteggiamento” – prosegue il Maestro – “e` la visione dell’arte e della musica come rottura degli schemi per ricercare la propria e unica liberta` individuale. Proprio la figura dell’otaku (termine giapponese che indica colui che si isola dalla societa` per chiudersi nel mondo di manga, anime o prodotti correlati – n.d.a.) e` oggigiorno, probabilmente, uno degli esempi piu’ forti di questo fuggire per cercare se stesso in qualcos’altro”.

La conversazione non poteva che concludersi sull’Italia, sul momento storico attuale e sulle prospettive per il futuro: “Difficile dire cosa sia l’Italia, e non e` mia natura o preoccupazione il dare definizioni o giudizi. Posso pero` dire che la cultura, essendo un ponte che unisce le persone, anche le piu’ differenti e lontane, e` la base su cui costruire presente e futuro, con la forza di una tradizione gloriosa. Non e` questo il momento delle divisioni ma del dialogo. Nel nostro DNA abbiamo l’amore per la bellezza, un approccio al mondo e alla vita che porta con se` qualcosa di profondamente misterioso”.

In attesa di incontrarlo nuovamente in Giappone, la Japan Italy Economic Federation si unisce al numero sempre crescente di ammiratori riconoscenti verso il Maestro per le emozioni della sua musica e per il potente contributo all’amicizia e alla reciproca conoscenza tra Italia e Giappone.

R.D.