Giappone, politica monetaria e previsioni future

Martedì la Banca Centrale del Giappone (BoJ) ha confermato di mantenere la stessa linea per quanto riguarda la politica monetaria introdotta nel 2013 e rafforzata l’ottobre scorso, acquistando titoli per 663 miliardi di dollari all’anno con lo scopo di favorire la crescita dei tassi di inflazione.
Il paese del Sol Levante si trova, in realtà, di fronte ad un bivio da punto di vista della scelta della manovra di politica monetaria da adottare.
Di fronte al rallentamento della crescita, dovuto all’arresto della crescita cinese e alla bassa inflazione, ci si chiede se il governo nipponico deciderà nelle prossime settimane di affidarsi nuovamente a manovre di quantitative easing (immissione di moneta da parte della banca centrale giapponese nel mercato) o ricorrerà a stimoli fiscali. Un’altra soluzione potrebbe essere quella di tagliare il tasso dell’1%, che la Banca Centrale giapponese paga sulle riserve delle banche nazionali. Per gli analisti di Merrill Lynch ci sarà da aspettare fino a fine ottobre per una mossa della BoJ; invece Morgan Stanley prevede una manovra fiscale espansiva da parte del governo di Abe.
Intanto Goldman Sachs ha tagliato le stime del PIL giapponese: dopo il -1.2 % annualizzato registrato nel secondo trimestre del 2015, la previsione è passata da una crescita dell’1.7% ad un modesto 0.5%.
Gli analisti credono che sia difficile che per fine ottobre non ci siano interventi della Boj, soprattutto nel caso lo Yen dovesse apprezzarsi.

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(Silvia Z.)