Giappone: nucleare troppo prezioso per abolirlo

Continuano gli accertamenti per valutare gli effetti del disastro nucleare avvenuto nel 2011.

Ad oggi, ammontano a 152 i residenti della prefettura di Fukushima ai quali è stato riscontrato il cancro alla tiroide, secondo quanto comunicato dal governo della prefettura.

Secondo il Vice Presidente dell’Ordine dei Medici di Fukushima è “improbabile che le radiazioni siano colpevoli dei numerosi casi di cancro accertati”.

In seguito al marzo 2011 è stata effettuata una serie di 3 controlli della tiroide (in quelle sedi vennero controllate anche le persone evacuate in altre prefetture): dal secondo controllo avvenuto nel 2014 emersero 5 nuovi malati mentre nel corso dell’ultimo accertamento avvenuto nel maggio del 2016 furono 2 i cancri alla tiroide diagnosticati.

Nel frattempo a Takahama un nuovo reattore della Kansai Electric Power Co., il numero 3, è stato riavviato nella giornata di martedì: il quinto impianto riavviato in Giappone dopo lo stop causato dall’incidente avvenuto a Fukushima (lo scorso mese è avvenuta invece la riattivazione del reattore numero 4).

L’energia generata dal reattore riavviato questa settimana verrà venduta presumibilmente a partire da luglio prossimo, mentre quella del reattore numero 4 sarà distribuita già per la fine della prossima settimana.

Un’importante rivelazione arriva da Greenpeace: 496 kg di plutonio (da impiegare nel reattore n.4 di Takahama) sono previsti in arrivo tra la metà di agosto e i primi di settembre

Secondo la politica energetica del governo giapponese, entro il 2030 l’energia nucleare prodotta dovrebbe rappresentare in media il 20-22% del totale, mentre quella proveniente da energie rinnovabili il 22-24%.

R.D.