Giappone: esercizio fisico e musica aiutano a combattere la demenza

In Giappone la demenza senile e l’Alzheimer sono malattie sempre più in aumento (l’alta aspettativa di vita è uno dei maggiori fattori che contribuiscono a questa tendenza) e ad aumentare è anche la necessità di trovare soluzioni che forniscano sostegno a quest’emergenza sociale.

Un gruppo di ricerca guidato dal professor Masayuki Sato dell’Università di Tsu (Prefettura di Mie) ha condotto uno studio per verificare gli eventuali benefici dell’attività fisica accompagnata dalla musica sulle persone affette da demenza.

31 persone, della città di Kiho e Mihama, affette da sintomi di demenza, per un periodo di sei mesi hanno condotto esercizi fisici al ritmo di musica pop per 40 minuti, una volta alla settimana.

Al termine di questo periodo è emerso che il gruppo ha ottenuto maggiori benefici per quanto riguarda lo svolgimento di attività fisiche quotidiane (come ad esempio, mangiare o vestirsi) rispetto ad un altro gruppo preso ad esame, impegnato invece in semplici esercizi di allenamento della mente (come ad esempio il gioco o la risoluzione di quesiti matematici).

In parallelo, in una recente conferenza svoltasi a Kyoto (ADI- Halzheimer Disease International) che ogni anno attrae numerosi specialisti del settore provenienti da oltre 100 paesi del mondo, si è posta l’attenzione sull’importanza di strumenti di ausilio come ad esempio i cani-guida per le persone affette da demenza: Janine MacDonald della australiana HammondCare ha sviluppato e illustrato i benefici di un progetto (lanciato nel 2015 e finanziato dal governo australiano) in cui otto cani di razza Labrador Retriever sono stati affidati a otto famiglie australiane nelle quali erano presenti persone con demenza.

Tra queste, il caso di un uomo sessantenne che, in compagnia del cane, ha potuto iniziare a fare delle passeggiate da solo.

I cani sono stati addestrati per svolgere fino a 50 attività diverse: riescono, ad esempio, a dare l’allarme nel caso i rubinetti restino aperti o a svegliare i padroni in caso di emergenze.

I risultati di questi affidamenti sono stati molto positivi e i cani hanno fornito un sostegno importantissimo a queste persone, permettendo ad esempio ad uno degli otto sotto osservazione di restare solo in casa per due settimane mentre la moglie era ricoverata in ospedale.

Il governo del primo MInistro Shinzo Abe si è posto l’obiettivo di aumentare il numero delle case di cura e diminuire i costi degli assistenti domiciliari, eppure finanziare l’assistenza è sempre più difficile considerando il costante invecchiamento della popolazione.

L’onere assistenziale ricade quasi esclusivamente sui familiari dei malati che sempre più spesso sono costretti ad abbandonare il lavoro per dedicarsi loro completamente.

Non solo il Giappone ma molti paesi sviluppati stanno affrontando il problema di come finanziare l’assistenza, considerando che, secondo i dati rilasciati dall’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), viene diagnosticato un nuovo caso di demenza ogni 4 secondi.

R.D.