Giappone: dove a inchinarsi è anche la firma

Se in Italia per qualsiasi tipo di contratto, documento o certificazione ufficiale è richiesta la firma personale in Giappone si fa ricorso agli hanko, timbri di forma rotonda o quadrata che riportano gli ideogrammi del nome del proprietario.

Non c’è uomo d’affari che non abbia il proprio hanko personale per validare le varie transazioni economiche ma anche gli stranieri che lavorano in Giappone devono possederne uno per avere accesso alle più semplici operazioni bancarie.

Recentemente quello di come si appone il proprio timbro in ambito lavorativo è diventato un tema molto discusso in tv e sulle riviste. In particolare si esamina la differenza tra farlo nel modo classico, cioè con il sigillo che risulta dritto rispetto al foglio, e inclinare il simbolo in diagonale verso sinistra.

Questa variante starebbe a indicare rispetto da parte del subalterno nei confronti del proprio superiore, come una sorta di vero e proprio inchino.


Il titolare del sito inkan.com, che realizza hanko su ordinazione online, Shimoda Yuki sostiene che quella della firma inclinata sia una pratica diffusa in molte aziende, e questo può dare un’idea di quanto la relazione superiore-inferiore e il rispetto che va portato nei confronti del proprio capo siano ancora elementi dominanti nel mondo del business in Giappone. “é naturale che in azienda esistano delle regole.

Penso che sia positivo che la diversa angolazione data al timbro permetta di esprimere un determinato messaggio anche senza dover fare ricorso alle parole” sostiene Shimoda.

E la compagnia Shachihata, leader del mercato nella produzione di hanko, pare essere dello stesso avviso visto che ha previsto che anche i timbri usati per la fima digitale siano dotati della funzione di poter essere inclinati.

Su internet invece gli utenti si sono schierati contro la rigidezza di tale sistema sottolineando il fatto che non ci si deve stupire se esistono stereotipi sui giapponesi che li dipingono come lavoratori eccessivamente obbidienti e per di più ossequiosi verso i propri capi.

Ma a mettere d’accordo tutti ci ha pensato l’associazione nazionale dei produttori di hanko secondo cui se il timbro è ben leggibile ed è possibile verificare a chi appartiene non bisognerebbe farsi ulteriori problemi, indipendentemente dal fatto che quello venga apposto dritto o inclinato.

FONTE http://headlines.yahoo.co.jp/hl?a=20151117-00000003-withnews-bus_all

Chiara Bronzini