Giappone, America e Corea del Sud stanchi di restare a guardare  

Kim Jong-un porta avanti imperterrito il suo piano intimidatorio, ponendo la Corea del Nord al centro delle “attenzioni” del mondo.
I paesi maggiormente coinvolti e presi di mira dall’intraprendente dittatore di Pyongyang iniziano a mettere in atto alcune misure che, fin ad ora, avevano volontariamente evitato.

Le sanzioni imposte dall’ONU, almeno apparentemente, sembrano non aver destato preoccupazione alla Corea del Nord che, anzi, le ha usate come pretesto per attivarsi con ulteriori dimostrazioni belliche.
Se fino ad ora gli USA, il Giappone e la Corea del Sud hanno preferito restarsene in disparte, osservando composti le continue provocazioni di Kim-Jong-un, ora cambiano registro iniziando ad attuare gradualmente le prime manovre di “autodifesa”.
Nella giornata di lunedì, infatti, USA e la Corea del Nord hanno avviato una simulazione di bomborbardamento nei cieli della Corea del Sud: alcuni F-15K sudcoreani hanno affiancato gli aerei americani durante le esercitazioni.
Previste, inoltre, ad ottobre alcune operazioni navali congiunte fra la flotta americana e quella della Corea del Sud.
Per la fine di ottobre e gli inizi di novembre Giappone, Corea del Sud e USA si eserciteranno insieme in caso di una presunta allerta missili.
Nel frattempo, nell’Hokkaido sta per essere collocato un sistema antimissile per assicurare ulteriori contromisure alla nazione giapponese.
Il Governo nipponico, dal canto suo, se da una parte raccomanda prudenza al popolo, dall’altra lo rassicura.
La cittadinanza, pur apparendo relativamente tranquilla, inizia a nutrire qualche preoccupazione e chi può permetterserlo (visto i costi elevatissimi) ricorre all’acquisto di bunker antiatomici.

R.D.