Festival in Giappone: Setsubun al tempio shintoista Sumiyoshi di Fukuoka

Riportiamo i contributi dei due inviati per FocusGiappone al festival Setsubun presso il tempio Kushida a Fukuoka tenutosi lo scorso 3 febbraio.

Il setsubun matsuri, noto in italiano come “Festa del lancio dei fagioli”, si celebra ogni 3 febbraio (che è l’ultimo giorno d’inverno secondo lo shintoismo) nei templi shintoisti di tutto il Giappone.

La prassi della cerimonia può variare leggermente da tempio a tempio e quindi questa mattina mi sono recato al tempio di Sumiyuishi per cercare di capire le caratteristiche della festa.

Appena superato il Torii all’ingresso la prima cosa che ha catturato la mia attenzione è stata una lunga fila di giapponesi che si accingevano a purificarsi presso una fontana.

Indossavano tutti giacca e cravatta, e su di essa un’ulteriore giacca di colore rosso o blu.

Queste persone sono state scelte e incaricate dal tempio per lanciare i fagioli in appositi pacchetti di plastica.

Situato al centro della piazzuola del tempio c’era un tavolino nel quale era possibile comprare una bustina di fagioli fortunati per soli 100 yen.

Sul tavolino c’erano anche 3 fogli di carta, nei quali veniva spiegato che una volta ricevuti i fagioli, e` necessario portarli a casa propria e lanciarli dicendo: “Oni wa soto! Fuku wa uchi!” che letteralmente significa “I demoni fuori! La fortuna dentro!”, per poi raccogliere tanti fagioli quanti i propri anni e mangiarli.

Inoltre era possibile lanciare i fagioli in appositi cestini di legno quadrati, di tanti colori, e in base all’anno in cui si è nati bisognava centrare il cestino del colore giusto, lanciandone tanti quanti sono i propri anni (più ne entrano più fortuna si riceve).

L’anno di nascita e il rispettivo cestino erano segnati su uno dei fogli sul tavolino.

Nel frattempo ci sono state delle sfilate in cui passavano uomini con maschere di demone e monaci, e sono arrivate le scolaresche di bambini giapponesi che o si prendevano per mano o camminavano in fila aggrappandosi a una corda, i piu’ piccoli invece venivano trasportati in passeggini enormi dalle loro maestre.

Su un lato della piazzuola era disposto un altro tavolino con sopra due casse.

In una delle due casse c’erano delle scatolette di legno rosse che erano vendute a 500 yen l’una.

All’interno delle scatolette c’erano dei mochi (dolci fatti di pasta di riso) e un biglietto di una sorta di lotteria.

Si poteva vincere o del cibo o un porta-fortuna per la casa.

Nell’altra cassa vi erano delle scatolette di carta rosse, vendute a 500 yen, con all’interno dei fagioli identici a quelli comprabili a 100 yen, più un biglietto per la lotteria.

In seguito la gente si è radunata sotto il tempio nel quale c’è stata la rappresentazione di un combattimento contro un demone che veniva colpito da dei fagioli.

Successivamente un monaco ha iniziato a parlare, dicendo: “nella rappresentazione abbiamo visto il demone venire colpito da dei fagioli, ma nella realtà anche i demoni delle malattie e di tutte le altre cose negative sono comunque degli Dei e bisogna rispettarli in quanto tali.

Gli uomini hanno due cuori: il primo rappresenta le cose positive tipo la felicità mentre l’altro quelle negative tipo la rabbia.

Fra i due cuori risiede l’oscurità che è quella cosa che ci fa fare cattiva azioni, tipo mentire, ferire il prossimo…

Il lancio del fagiolo rappresenta il nostro atto di lanciare via l’oscurità.

Il motivo per il quale è stato scelto l’ultimo giorno d’inverno e non un’altra stagione è perché in inverno si è più tremanti e deboli ed è proprio per questo che bisogna buttare via la nostra oscurità in questa data.”

Dopo di ciò ha scagliato tre frecce tra la folla dicendo che chi le avrebbe prese sarebbe stato fortunato.

Di seguito sono entrati in scena gli uomini con le giacche rosse e blu, sono stati presentati uno a uno e hanno lanciato tra la gente i fagioli.

Purtroppo ero un po’ lontano e vedendo i giapponesi gettarsi l’uno sull’altro per arraffare quanti più fagioli possibili, ho incominciato a imitarli.

Dopo diversi tentativi, con una presa degna di un campione di baseball e del tutto fortunata dato che son saltato a caso e con gli occhi chiusi, sono riuscito a portarmi a casa un pacchetto di fagioli.

Savino Ribatti

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Il Setsubun è una festa che celebra il passaggio delle stagioni.

Nel calendario lunare, usato in Giappone ufficialmente fino al 1872, l’inizio dell’anno cadeva intorno al 4 di febbraio, e oggi questo “setsubun del nuovo anno” è quello piú festeggiato dagli abitanti del Sol levante per celebrare l’imminente arrivo della bella stagione.

Rientra, infatti, nel periodo conosciuto come risshun ovvero “ arrivo della primavera”.

In tutte le isole i numerosi templi organizzano un gran numero di eventi durante le giornate del 2-3 febbraio e da settimane prima di questa data è possibile imbattersi dovunque in riproduzioni della maschera di otafukuwata , personificazione del demone che ci si appresta a scacciare per l’avvento della stagione più mite.

Questo rito, che potremmo definire di purificazione, avviene attraverso numerose attività proposte nei templi per propiziare la buona sorte e attraverso il famoso “lancio dei fagioli”, il mamemachi.

È tradizione lanciarli sia verso una figura travestita da demone sia verso gli spettatori del setsubun, che porteranno i legumi nelle case per purificarle e ne mangeranno uno per ogni anni di etá in modo che la negativitá e la cattive azioni accumulate durante l’inverno possano sparire.

Uno dei maggiori templi a Fukuoka è il Kushida shrine, ad Hakata, a pochi minuti dalla stazione omonima.

Questo tempio shintoista è il più antico della città: gli edifici originari furono costruiti tra il 757 d.C. e il 941.d.C., ma furono distrutti da un incendio.

Le costruzioni che oggi possiamo ammirare risalgono al 1587, quando fu attuata una ricostruzione del quartiere.

Il tempio è molto famoso anche perché punto di partenza del più importante festival del Giappone, l’ “ Hakata Gion yamakasa” che si svolge ogni anno nelle prime due settimane di luglio.

Per il setsubun l’entrata del tempio è allestita con una maschera attraverso la quale si può giungere nella parte principale del tempio.

Passando attraverso questo cancello si pensa che la fortuna e la buona sorte vengano richiamate e possiamo intenderlo come un primo passo per allontanare le cattive disposizioni dell’animo.

Numerosi banchetti con prodotti tipici circondano lo spazio antecedente la zona di preghiera, e in occasione del festival i partecipanti comprano un biglietto ben augurante, ci scrivono nome ed età, e pregano per il realizzarsi dei propri desideri e per l’arrivo della felicità.

È organizzata anche una lotteria, i cui premi sono estratti a fine giornata, e i vincitori possono ricevere messaggi porta fortuna o dolci e generi alimentari.

Dalla mattina, verso le dieci, ha inizio il rito centrale del festival che verrà riproposto ogni ora fino a tardo pomeriggio.

Gli spettatori si dispongono in uno spazio al lato dell’altare principale allestito con una passerella che ospita persone scelte fra gli abitanti del quartiere per il “lancio dei fagioli”.

Dopo un breve discorso introduttivo, sacchettini di fagioli vengono lanciati insieme a dolciumi sulla folla che comincia una vera e propria gara per prenderne il più possibile.

Questi verranno poi portati a casa e lanciati sui confini dell’abitazione per scacciare i demoni della malattia, della cattive azioni e della sfortuna, o mangiati soprattutto dai bambini sempre per propiziare sentimenti positivi.

La festa continua con canzoni tradizionali e con la mascotte Kumamon sul palco per il coinvolgimento di tutti i presenti che si ritrovano nello spazio comune.

E` interessante notare come non ci sia un target di pubblico prestabilito: si incontrano donne in abito tradizionale, classi di scuole nelle vicinanze, lavoratori in pausa prima di rientrare nelle aziende, passanti e turisti, e si riesce ad avvertire il vero spirito di una credenza comune.

La peculiarità della celebrazioni in questo tempio lo rendono un evento da non perdere a Fukuoka!

Un giorno speciale che richiama turisti e soprattutto gente del posto, un evento ricco di tradizione e carico di buoni propositi per l’imminente futuro.

Alice Ballarini