Donne vittime degli uomini anche in Giappone

Una profondissima piaga che dilaga anche in Giappone è quella dei maltrattamenti subiti dalle donne.

Spesso i colpevoli di tali violenze sono proprio i mariti che, in molti casi, a loro volta hanno subito violenze da bambini.

Proprio per questo non sarebbero in grado di riconoscere quanto sbagliato sia il loro atteggiamento, ritenendolo quasi normale.

Alla base della diffusione di questo fenomeno ci sarebbe anche una legislazione che poco tutela la condizione della donna in queste situazioni.

Solo nel 2013 sono state effettuate delle revisioni per migliorare quest’aspetto in sede normativa, in seguito ad un paio di casi accaduti che avevano attirato l’attenzione dei media.

Nonostante questo solo il 10 % degli abusi denunciati hanno portato all’arresto, con l’aumento sempre in crescendo delle vittime.

Nel 2015 i dati della polizia riportano un morto ogni tre giorni per queste violenze.

Sono stati attrezzati nel paese diversi centri di accoglienza per le vittime di abusi e violenze ma si è ancora molto lontani dal risolvere questa problematica ormai radicata.

Straziante la testimonianza rilasciata da una donna, ora quarantenne, Risa Tanaka, che attraverso i suoi racconti descrive le torture subite dal marito per più di sette anni durante i quali era praticamente sua prigioniera.

Quello che colpisce di più è scoprire che il marito si divertisse a simulare con la moglie un interrogatorio come quelli che avvengono nei distretti di polizia, ponendole le domande più assurde .

Nel caso lei non fosse stata in grado di rispondergli le batteva una bottiglia di vino sulle tempie.

“Così” – racconta la donna – “andava avanti anche per più di un’ora”.

La povera donna si è rivolta più e più volte alla polizia ma senza alcun successo.

Le veniva risposto che le forze dell’ordine locali non avevano l’autorità di interferire: la legge anche in questo caso è stata carente.

Ad oggi Risa Tanaka si è trasferita e vive sotto falso nome insieme alla figlia di 4 anni, la quale a sua volta subiva violenze dal padre.

Sonia P.